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Novembre 21, 2024
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Estrazioni dentali durante la bonifica prima dell’intervento di implantologia dentale parziale o completa

L’estrazione dentale è un intervento di chirurgia orale che mira alla rimozione di un dente dalla sede naturale ovvero dall’osso mascellare detto alveolo da cui la parola avulsione.

L’estrazione di un dente è sempre l’ultima ratio adottata dal dentista che può decidere per l’avulsione a scopo preventivo (per prevenire il peggioramento del quadro clinico della bocca del paziente), a scopo terapeutico (quando il dente è colpito da patologie non curabili altrimenti attraverso: devitalizzazione, apicectomia, curettage periapicale, amputazione radicolare, levigatura delle radici, etc.) e destabilizzanti per l’elemento dentale stesso quali: carie profonda, parodontite, ascesso periapicale, piorrea).

L’estrazione dentale è indolore ed molto importante che il paziente segua scrupolosamente le indicazioni del dentista nei giorni post estrazione. Il costo dell’estrazione di un dente varia da un minimo di 50 Euro ad un massimo di 200 Euro (secondo i listini attualmente in vigore).

Quando è necessario estrarre un dente ?

DENTI AFFETTI DA CARIE PENETRANTE, PULPITE OD ASCESSO DENTALE
Quando il paziente, per diverse ragioni, rimanda costantemente l’appuntamento dal dentista pur soffrendo di mal di denti, egli permette all’infezione di svilupparsi indisturbata e di distruggere (necrotizzare) tutta la polpa nel canale radicolare.

L’evoluzione della pulpite è l’ascesso periapicale (l’infiammazione procede dalla polpa all’area che circonda l’apice radicale del dente). In questa situazione così compromessa la devitalizzazione potrebbe non essere abbastanza per scongiurare l’infezione dei tessuti parodontali e pertanto, l’odontoiatra si vede costretto ad eseguire l’estrazione dentale;

GRANULOMA O CISTI
Prima di optare per l’estrazione del dente colpito da granuloma, il medico potrebbe decidere a favore di terapie che hanno lo scopo di salvare il dente come ad esempio l’apicectomia ma quando queste ultime si rivelano vane, il dente cade naturalmente;

IPERDONZIA ED AFFOLLAMENTO DENTALE
Si tratta di un’anomalia della dentizione, il soggetto che ne soffre, invece dei classici 32 denti permanenti se ne ritrova un numero maggiore. Solitamente il sovrannumero è accompagnato da un non allineamento dei denti che si presentano storti o ruotati e bisogna intervenire chirurgicamente con l’estrazione degli elementi dentali in più anziché impiegare tecniche ortodontiche;

DENTI DA LATTE CHE TARDANO A CADERE
Come già sappiamo i denti da latte non cadono tutti insieme per far posto ai denti permanenti bensì questi ultimi convivono, per un certo periodo, con i denti decidui o meglio, al cadere di uno da latte ne erompe uno permanente.

Quanto detto vale nella maggioranza dei casi, tuttavia, in alcuni soggetti, uno o più denti da latte potrebbero far fatica a cadere ed ecco che gli elementi dentali sottostanti non possono erompere e tendono a rimanere intrappolati all’interno della gengiva. La soluzione a tale mancata caduta naturale dei denti decidui è l’estrazione;

ESTRAZIONE A SCOPO ORTODONTICO
Se gli incisivi (soprattutto quelli superiori) sono sporgenti l’unico metodo per riportarli in posizione corretta è quella di estrarre i 4 premolari forzando l’arretramento degli incisivi superiori e inferiori con tecniche e presidi ortodontici quale l’apparecchio per i denti. In questo caso l’estrazione di denti sani, non affetti da alcuna patologia, è il prezzo da pagare per ripristinare la corretta occlusione;

DENTI INCLUSI O PARZIALMENTE RITENUTI
I denti inclusi sono quei denti che sono completamente intrappolati all’interno della gengiva o non sono visibili all’interno del cavo orale mentre i denti parzialmente ritenuti sono denti che spuntano dai tessuti molli ma che non hanno completato la naturale eruzione.

Gli inclusi, specie se inclinati, tendono a danneggiare le radici dei denti adiacenti e i relativi alveoli mentre i ritenuti sono oggetto di differenti patologie tra le quali la pericoronite. L’estrazione di tali elementi è consigliata da molti dentisti.

ESTRAZIONE PREVENTIVA
Si fa specifico riferimento all’estrazione dei denti del giudizio a scopo preventivo ovvero il dentista può consigliare al paziente l’estrazione dei terzi molari senza che questi siano stati colpiti da carie o da altre patologie. E’ doveroso riportare che, su tale argomento, i pareri degli odontoiatri sono spesso discordanti.

Preparazione dell’intervento

Il candidato all’estrazione dentale deve essere visitato dal dentista che deve eseguire l’anamnesi e lastre radiografiche (ortopantomografia) che rivelano con precisione la posizione e la forma del dente nonché dell’osso circostante (alveolo), la lunghezza delle radici e prossimità potenzialmente pericolose.

Accertato il caso clinico in esame, l’odontoiatra può pianificare l’intervento, stimarne la complessità e scegliere la tecnica odontoiatrica più idonea.

Per limitare il più possibile i disagi del paziente durante l’estrazione, esistono differenti tipi di anestesia, si va da quella locale che prevede l’iniezione direttamente nel cavo orale in prossimità della zona in cui è programmata l’avulsione, alla sedazione con protossido d’azoto (consigliata per chi ha paura del dentista o per i bambini).

In determinate situazioni di deficit immunitario (anche temporaneo) o per semplice scrupolo, il medico potrebbe prescrivere al paziente degli antibiotici da assumere alcuni giorni prima dell’estrazione in modo da avere la necessaria copertura durante e dopo l’estrazione dentale.

Estrazione dentale semplice

L’estrazione di un dente si definisce semplice quando il dente è completamente erotto, visibile all’interno della bocca, e la corona può essere utilizzata per l’avulsione poiché ancora sufficientemente adatta allo scopo.

Una volta che l’anestetico iniettato abbia fatto il suo effetto, il dentista procede ad allentare il dente da estrarre con uno strumento chiamato “elevatore” ovvero allenta la presa dei tessuti parodontali sul cemento radicolare (il legamento parodontale mantiene in sede – nell’alveolo – l’elemento dentale).

Il secondo passaggio consiste nell’utilizzo della pinza per l’estrazione vera e propria. Se l’odontoiatra lo ritiene necessario, l’intervento si conclude con uno e due punti di sutura.

Estrazione dentale chirurgica

L’estrazione chirurgica è l’opzione nel caso in cui il dente da estrarre presenti delle anomalie di posizionamento o prossimità potenzialmente pericolose come nel caso dei molari superiori le cui radici sono molto vicine al seno mascellare.

La differenza sostanziale tra questo intervento di chirurgia orale e quello visto in precedenza, consiste nel fatto che il dentista o chirurgo deve praticare un’incisione con il bisturi a livello gengivale, aprire un lembo per scoprire l’alveolo, eliminare la parte di osso che nasconde il dente o le sue radici e proseguire con la rimozione dell’elemento dentale.

Vediamo caso per caso:

  • Dente del giudizio incluso o incuneato
    Non è raro che in una situazione simile, il medico provveda a sezionare il dente e le sue radici in porzioni più piccole per facilitarne l’estrazione (piezochirurgia);
  • Molari e premolari con radici divergenti
    In questo caso le radici non corrono parallele bensì tendono a divergere e ciò complica l’estrazione dentale.
  • Corona fragile
    Se la carie ha penetrato lo smalto e “mangiato” la maggior parte della dentina creando enormi cavità, il dentista non può procedere con l’estrazione semplice del dente poiché nel momento in cui si appresta ad afferrare con la pinza la corona naturale del dente, questa non reggerebbe la pressione e si sgretolerebbe.

L’intervento termina con l’unione dei lembi creati con il bisturi ed alcuni punti di sutura.

Dolore

Notoriamente, si associa l’estrazione dentale al dolore che è potenzialmente possibile provare; fortunatamente l’odontoiatria ha risolto questo problema ed oggi mette a disposizione dei dentisti prodotti e tecniche praticamente indolori (a parte qualche eccezione). Attraverso gli anestetici si isola la parte da trattare e con l’utilizzo del protossido d’azoto il paziente si rilassa, non sente dolore e non si accorge del trascorrere del tempo. L’unico disagio o fastidio percettibile è la pressione esercitata dall’odontoiatra nel momento dell’effettiva avulsione del dente.

Cosa fare dopo l’estrazione ?

Seguire i consigli del dentista circa i comportamenti da evitare e le terapie da seguire nell’immediato post estrazione è di fondamentale per la buona riuscita dell’intervento.

Vediamo insieme cosa fare dopo l’estrazione dentale:

  • Dopo i punti di sutura, se necessari, il medico posiziona una garza sterile nel punto in cui il dente è stato rimosso ed in tale sede deve rimanere per i successivi 30 o 45 minuti al fine di limitare il sanguinamento durante la formazione del coagulo;
  • Per prolungare l’effetto dell’anestetico e dietro controllo medico, è possibile assumere degli antidolorifici e protrarne l’utilizzo nei giorni successivi per circoscrivere l’indolenzimento e il fastidio;
  • Applicare un sacchetto di ghiaccio avvolto in un panno o contenuto nell’apposita borsa sulla guancia dalla parte in cui è avvenuta la rimozione del dente aiuta ad attenuare il gonfiore (che non sempre si presenta e che comunque si risolve, di norma, entro le successive 48 ore);
  • Non bere alcool ne fumare. Il fumo limita l’apporto di ossigeno alla ferita quindi ritarderebbe il processo di guarigione;
  • Non utilizzare lo spazzolino da denti elettrico ne manuale direttamente sulla ferita poiché ne causerebbe la riapertura ed il sanguinamento;
    Evitare di masticare cibi, soprattutto coriacei, dalla parte in cui è avvenuta l’estrazione del dente;
  • Dopo 2 o 3 giorni dalla seduta, è possibile iniziare degli sciacqui con apposito collutorio o con acqua e sale per mantenere la parte pulita ma senza lo sfregamento delle setole dello spazzolino ancorché morbide;

Complicanze

TRISMA
E’ il termine medico utilizzato per indicare la difficoltà di aprire completamente la bocca. Esso si verifica a seguito a spasmi muscolari causati dal trauma subito durante l’estrazione dentale e si risolve in breve tempo;

EMORRAGIA
L’emorragia dopo l’avulsione può essere spontanea o provocata ad esempio andando a rimuovere la garza protettiva prima del tempo indicato dal dentista oppure da sollecitazioni prodotte con la lingua od ancora da sfregamento energico utilizzando erroneamente lo spazzolino, Se l’emorragia non si risolve spontaneamente nel giro di poco tempo è assolutamente doveroso informare il dentista;

FEBBRE
L’estrazione dentale complessa sottopone il corpo del paziente ad uno stress elevato le cui reazioni sono altamente soggettive e non prevedibili. Alcune persone manifestano un innalzamento della temperatura che è possibile contrastare assumendo degli antipiretici (tachipirina);

INFEZIONE
Unico metodo per contrastare l’infezione batterica accertata o per prevenirla, è la terapia antibiotica che deve essere prescritta dal dentista;

ALVEOLITE
Infezione batterica dell’osso che circondava il dente estratto detto anche alveolo da cui la parola alveolite;

RIDOTTA SENSIBILITA’ DEL LABBRO
Se durante l’estrazione di un dente le sue radici toccano o tirano (è il caso di radici ad uncino) il nervo mascellari, il paziente, oltre ad accusare un dolore molto acuto nell’immediato, potrebbe riscontrare la ridotta sensibilità del labbro, temporanea o, più raramente, definitiva.

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